Marchionne in Sevel: investimenti per 700 mln, ma ritroviamo il senso del dovere

Per l’Abruzzo, per le imprese del territorio, e quindi anche per quelle aderenti al Polo Innovazione Automotive, oggi è stata scritta una bella pagina dove le parole-chiave sono sviluppo, crescita, investimenti, ottimismo…

                           IL DISCORSO INTEGRALE DI MARCHIONNE                                       (QUI il testo in sintesi

                   

La visita di Sergio Marchionne alla Sevel (gruppo Fiat), nostro socio aderente e azienda più grande d’Abruzzo, dimostra come la Val di Sangro vuole continuare a scommettere sull’innovazione, sull’occupazione e sulla produttività, elementi su cui si regge anche il Programma Innovazione Automotive.

Questa mattina l’amministratore delegato della Fiat è arrivato in Val di Sangro per annunciare importanti novità nel futuro dello stabilimento che produce il veicolo commerciale leggero Ducato. L’investimento, pari a circa 700 milioni di euro nell’arco di cinque anni, permetterà all’impianto di Sevel di confermarsi sempre di più uno stabilimento automobilistico all’avanguardia nel mondo.

Marchionne in visita alla Sevel (foto Il Centro)
Marchionne in visita alla Sevel (foto Il Centro)

La sfida è avvincente, ma le nuove generazioni devono essere ‘pronte’: “Oggi viviamo in un’epoca in cui si parla sempre e solo di diritti – ha detto Marchionne nel suo discorso alla Sevel elencandoli tutti – Diritti “sacrosanti che vanno tutelati. Se pero’ continiamo a vivere di soli  diritti, di diritti moriremo. Perché – ha proseguito l’ad di Fiat – questa ‘evoluzione della specie’ crea una generazione molto più debole di quella precedente, senza il coraggio di lottare ma con la speranza che qualcun altro faccia qualcosa. Una specie di attendismo perverso e involutivo”.

Il finanziamento è considerevole, se si pensa che sono gli stessi fondi previsti nell’ambito del Par Fas della Regione Abruzzo.

In Sevel gli investimenti, di cui 550 milioni di euro provenienti da Fiat-Chrysler e 150 milioni di euro da Psa, includeranno l’inserimento di 60 robot di lastratura, il rinnovo di 25 sistemi di spruzzatura in verniciatura, un nuovo impianto di assemblaggio e la riorganizzazione logistica, e predisporranno lo stabilimento per la produzione di una più ampia gamma di prodotti al fine di soddisfare le diverse e molteplici esigenze dei clienti e del mercato.

La nuova versione del Ducato verrà venduta con il nome ProMaster e marchio Ram in Usa, Canada e Messico già dal trimestre in corso.

Marchionne in visita alla Sevel (foto Pier Paolo Di Nenno)
Marchionne in visita alla Sevel (foto Pier Paolo Di Nenno)

Attualmente, nell’impianto vengono prodotti i veicoli commerciali leggeri Fiat Ducato, Peugeot Boxer e Citroen Jumper. Ad oggi sono oltre 4,5 milioni i veicoli prodotti nello stabilimento, che occupa oltre 6.000 persone, rappresentando la più importante realtà industriale dell’Abruzzo. La capacità produttiva è di circa 300 mila veicoli all’anno su tre turni lavorativi per cinque giorni alla settimana.

Un bel sospiro di sollievo per l’Abruzzo, che si rafforza in termini di occupazione e produttività e che, più in generale, conferma la sua scommessa sul futuro fondata sulla sfida all’innovazione dei processi e dei prodotti.

Nella sua visita in Abruzzo, Marchionne ha disegnato anche lo scenario nazionale relativo al gruppo Fiat.

“La Fiat sta facendo tutto il possibile per contribuire a disegnare un nuovo futuro per l’Italia – ha detto – Ci siamo presi tutti i rischi, senza chiedere soldi o aiuti a nessuno, di investire in un momento così critico”.

Dal 2004 al 2012 il gruppo ha investito in Italia 23,5 miliardi di euro per produzione e attività di ricerca e sviluppo.

“A fronte di questo enorme sforzo – ha sottolineato Marchionne – abbiamo ricevuto agevolazioni pubbliche, previste dalle norme italiane ed europee, pari a circa 742 milioni di euro. Agevolazioni, peraltro, disponibili a tutte le aziende europee”.

Presenti in Sevel anche il presidente del Polo, Silvio di Lorenzo (a sinistra) e il coordinatore, Raffaele Trivilino (a destra). Al centro il direttore di Confindustria Fabrizio Citriniti
Presenti in Sevel anche il presidente del Polo, Silvio di Lorenzo (a sinistra) e il coordinatore, Raffaele Trivilino (a destra). Al centro il direttore di Confindustria Fabrizio Citriniti

Marchionne ha poi lamentato il distacco tra la Fiat e il Paese: “Forse, però, il ritmo del cambiamento che la Fiat ha seguito è stato così veloce che in qualche modo ha contribuito ad ampliare la distanza con il Paese. E, a quanto pare, noi non siamo stati in grado di trasmettere agli italiani il senso di questo cambiamento”.

Infine, il numero uno del Lingotto ha illustrato la sua ‘ricetta’ per uscire dalla crisi: “L’Italia ha vissuto al di sopra delle sue possibilità, concentrato ad inseguire ricchezze che diventavano sempre più scarse”. In questo modo “gli italiani si sono ritrovati con le tasche vuote”. Per il manager “l’unico modo per risalire la china è invertire un ciclo economico avvitato su se stesso e tornare a produrre. Dobbiamo concentrarci sulle iniziative industriali – ha rimarcato – favorirne se possibile di nuove, perché è l’unica strada per tornare a generare quella ricchezza che da’ ossigeno al Paese. Se le forze politiche e sociali non fanno tutto il possibile per rispettare il primato della produzione, la libertà conquistata dai nostri padri e dai nostri nonni si asciuga. Si trasforma in rissa tra fazioni e gruppi sociali per spartire le briciole. La Fiat – ha concluso – sta facendo tutto il possibile per contribuire a disegnare un nuovo futuro all’Italia. Ci siamo presi tutti i rischi, senza chiedere soldi o aiuti a nessuno, di investire in un momento cosi’ critico”.

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